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Immagine del redattoreHeppi Noise

ClownArt, dal palcoscenico alle case. La moda dei clown nei quadri

Se siete nati negli anni 80 e 90 ne avrete sicuramente visto uno nella casa di vostri amici o parenti…forse in quella dei nonni o zii. Possono far ridere o piangere, alle volte terrorizzare, ma sono e rimarranno per gli anni a venire uno delle icone pop più interessanti e misteriose del mondo dell’intrattenimento e dell’arte in generale. I pagliacci, dal circo alle case, la moda dei clown nei quadri.




Un effetto Mandela mi tormenta ormai da tempo. Ricordo di un quadro con un pagliaccio a casa di parenti e la mia domanda già da piccola era…Perché una persona ha un quadro del genere in casa? Gli piacciono i pagliacci? Dietro c’è una cassaforte? Ha dei disagi?

Al tempo non ero a conoscenza delle “tendenze nella decorazione” e ogni quadro in casa significava ricercatezza o l’opera di qualche altro parente o amico esposto in casa perché era l’unico posto in cui mostrare le proprie creazioni o mettere in scena quella di altri.

Col passare degli anni, attraverso le mode e i nuovi materiali plastici ho scoperto che esiste un mondo di ninnoli e cianfrusaglie da esporre in casa che alle volte sono il vanto delle nostre madri, tipo gli angioletti della Thun...


statuetta di ceramica di un angelo della marca Thun
Angelo della Thun

E per ogni decennio che passava, nelle case dei nostri cari passavano soprammobili e decorazioni murali varie spacciate per arte ma che di arte, forse, avevano solo la cornice.

Così avvenne anche per i pagliacci.


Una cosa che non sapevo è l’origine del termine Pagliaccio a cui non avrei mai attribuito il tipo di abiti che indossava. Erano di una tela grezza simile proprio a quelle usate per i paglierecci, il termine clown invece forse si avvicina di più all’identità del personaggio che infatti significa goffo. Con il suo viso dipinto e i suoi abiti sgargianti, è una figura che ha affascinato e intrattenuto il pubblico per secoli. Ma perché era nelle case di un sacco di italiani?


Dalla sua comparsa sul palcoscenico alle sue molteplici incarnazioni nelle arti visive arriveremo fino alla classica decorazione d'arredo che ha terrorizzato e affascinato la nostra infanzia.La sua figura passa dal palco del circo, a quella del teatro in un battito di mani. Vuoi per la mimica, i suoi costumi, e il suo espressionismo, e per il suo animo tormentato, il pagliaccio diventa presto un personaggio molto più sfaccettato del semplice omino che fa ridere i bambini.

Un esempio è l’opera teatrale di Ruggero Leoncavallo di fine 800, che però non a caso è ispirata da una storia vera totalmente drammatica e dal risvolto negativo in cui l’immaginario del pagliaccio è solo la maschera di una apparente leggerezza.


Poster dell'opera teatrale di Pagliacci, scritta da Ruggero Leoncavalli e foto dello stesso autore
Poster di "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo

Il cinema non è da meno e dal teatro passiamo alla pellicola con una scena di Totò nel film Il più comico spettacolo del mondo. Una parodia del film "Il più grande spettacolo del mondo" sempre ambientato in un circo. In quello italiano però, che si vanta anche di essere il primo stato girato in 3D, c’è Totò che interpreta un pagliaccio a cui non è possibile togliere mai il trucco. Il film è molto interessante, ma la preghierà finale del pagliaccio è una scena che forse, meglio di questo articolo, spiega l’incredibile fascino del pagliaccio.

Per non parlare dei vari jocker nei nostri tempi moderni che danno un’ulteriore sfaccettatura psilogica a questa figura.


Ma il passaggio nelle case avviene con i primi artisti che rappresentano questo soggetto nei propri quadri e nelle proprie scene. Ne sono un esempio Picasso, Georges Rouault, le litografie pubblicitarie di Leonetto Cappiello e simili. Così con l’avvento delle tirature commerciali, la stampa di qualità e la voglia di mostrare qualche pezzo impegnato, le case cominciano a riempirsi di opere pagliacciose che più che abbellire, alle volte incutono quasi disagio e tristezza.

Un altro grande soggetto delle case era anche il Pierrot, da non confondere però con la figura del classico pagliaccio. Magari parleremo anche di lui in un prossimo articolo.

Oggi il pagliaccio ha preso il connotato di qualcuno che fa cose in contrasto con quello che dice, rendendolo appunto un soggetto ridicolo alle masse e molto utile nei meme. Più o meno come i politici.


Anche io ho a modo mio ho reinterpretato la figura del pagliaccio associandola a quella del giornalista che in contrasto con la sua figura che dovrebbe portare cultura e notizie reali, è in realtà un buffone che diverte il pubblico con le sue false storie. Lo vedrete fra qualche giorno in tutto il suo splendore sul sito.

E voi, avete parenti che hanno in casa un pagliaccetto? O voi stessi ne avete uno? Ma non vi inquieta nemmeno un po’? Fatemelo sapere nei commenti.


Totodisagio del pagliaccio

  • Non l'ho mai visto in un quadro, solo al circo

  • Si, mia zia ne uno di discreta bellezza

  • Mia zia ha tutto il circo

  • Io odio i pagliacci


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